La pesistica è uno sport sicuro?

Scopri come la pesistica sia uno degli sport più sicuri che esista.

Purtroppo in letteratura non c’è molto sui rischi legati al sollevamento pesi. Dalle informazioni, incomplete ma chiare, si può affermare con ragionevole certezza che la pesistica rientra tra gli sport con meno infortuni in assoluto.

Quali studi scegliere?

Ovviamente quelli più scientificamente validi. L’articolo in questione si base su una systematic review[1] molto recente (2017) che comparava gli infortuni nel Powerlifting (pl) e Weightlifting (wl). Secondo la piramide dell’attendibilità delle informazione le SYSTEMATIC REVIEW sono nella zona più alta e per tanto esprimono una conclusione autorevole. Queste tipologie d’articoli sono una raccolta di studi precedenti che vengono selezionati in base a vari criteri. Gli studi selezionati presentano delle limitazioni come l’eterogeneità dei dati ed il non riportare in quale esercizio specifico è avvenuto l’infortunio; sono stati contemplati solo articoli in inglese (alcuni in tedesco ed in cinese sono stati esclusi per non rischiare durante la traduzione di compromettere il contenuto).

Localizzazione dell’infortunio

Raske e Norlin[3] riportarono come la colonna lombare, le ginocchia e le spalle risultano le zone più colpite. Carlhoon e Fry[4] arrivarono alla stessa conclusione. Kulund et al[8] hanno riportato oltre alle spalle e ginocchia anche i polsi come le zone più colpite. Lo studio di Jonasson et al[13] trovò che il dolore (senza infortunio) fosse la problematica più frequente e che la zona più interessa fosse la colonna lombare e che la metà del suo campione presentasse dolore alle spalle ed al collo. Lo studio di Junge[2] e di Engebretsen[7] durante i giochi olimpici, invece non indagarono la localizzazione dell’infortunio.


Tipologie d’infortunio

Dai dati a disposizione[2,3] emerge come gli infortuni muscolari e tendinei sono dominanti. Lo studio di Calhoon e Fry[4] mostra come gli infortuni acuti siano il 59,6%, i cronici il 30,4% e il 10% di altro tipo. In accordo con lo studio di Raske e Norlin[3] emerge che il 20% di tutti gli infortuni siano traumi muscolari acuti ed il 25% traumi tendinei da sovraccarico. Tant’è che durante le olimpiadi del 2008[2] ben 5 atleti hanno riportato la rottura di un legamento o un tendine. Mentre lo studio degli infortuni delle olimpiadi di Londra 2012[7], come accennato alla fine de paragrafo precedente, non specifica le tipologie d’infortunio dei pesisti olimpici. Lo studio di Calhoon[4] evidenziava come il 90,5% degli infortuni colpivano atleti che si erano riposati meno di un giorno e che la durata dell’infortunio non superava i 3 mesi. Lo studio di Raske[3] riporta che la spalla nel 93%, la colonna lombare nell’85% e le ginocchia nell’80% dei casi, avevano delle sintomatologie protrattasi per più di 4 settimane. Kulund et al[8] riporta che il 33% degli infortuni non hanno determinato un impedimento per la carriera, il 30% ha impegnato da 1 giorno a 2 settimane, il 34% tra 2 mesi e 2 anni e il 5% per più di 2 anni.

In quali situazioni si presentano gli infortuni

Gross et al[9] definiscono l’aumento del rischio d’infortunio alle spalle, il momento in cui tale articolazione è abdotta e ruotata esternamente, ossia durante il movimento di ricezione dello strappo. Kjala et al[10] hanno suggerito che lo squat possa aumentare il rischio di osteoartrite a causa delle enormi forze alle quale le ginocchia sono esposte durante questo movimento. Per quanto riguarda lo stacco esistono delle forze di compressione della colonna lombare >17 000 N nei powerlifter d’elite[11] che dipendono dalla tecnica usata così come da tante altre variabili. Queste informazione potrebbero essere traslate nella pratica del wl[12].

Risultati

Il tasso d’infortunio nel wl è di 2.4-3.3/1000 ore d’allenamento[3,4,7,13,14]. Comparandolo con il tasso del pl, 1.0-4.4/1000 ore d’allenamento[3,14,15,16] risulta chiaramente come non ci sia differenza tra i due sport.

I risultati di questa review[1] sono il linea con i tassi di altri sport senza contatto. E’ il caso degli sport che fanno parte dell’atletica leggera, per i quali Jacobsson et al[17] hanno mostrato un’incidenza d’infortuni di 3,57 infortuni/1000 ore d’allenamento e per tanto un valore molto simile al wl e pl. Se invece li paragoniamo questi due sport a quelli da contatto come il Football americano ed il Wrestling (con incidenze rispettivamente di 9,6 infortuni/1000 ore d’allenamento e 5,7 infortuni/1000 ore d’allenamento) diventano degli sport con un tasso d’infortunio basso. C’è da dire che gli studi sulla pesistica sono retrospettivi (ossia il campione è stato studiato con la documentazione clinica del passato) mentre gli sport più popolari vantano studi prospettivi[17-19] (ossia il campione è studiato nel presente e nelle sue evoluzioni future) e quindi hanno dei dati sicuramente più attendibili. In futuro con tipologie di studio come questo ultimo si spera di trovare una correlazione tra l’infortunio, uno specifico esercizio ed il monte ore.

Nel wl e pl erano comuni lesioni alla spalla, al ginocchio e alla parte bassa della schiena. Le lesioni al ginocchio erano più comuni nel wl e Keogh et al[14] affermano che un motivo potrebbe essere che i pesisti olimpici eseguono gli squat con il bilanciere appoggiato sulla parte superiori del muscolo trapezio con una posizione del busto verticale che si traduce in una maggiore coppia di forze intorno alle articolazioni delle ginocchia.

In questa recensione, le lesioni alla spalla erano più comuni tra i powerlifter che i pesisti olimpici. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nell’esecuzione della panca piana. Green e Comfort[20] descrivono la panca piana con un’impugnatura larga alquanto rischiosa perché l’articolazione della spalla è abdotta ruotata esternamente. Poiché l’obiettivo è quello di sollevare il peso più pesante possibile, si può postulare che l’atleta usi spesso una presa larga che gli consente di rendere il sollevamento il più breve possibile, aumentando così il rischio di lesioni alla spalla. Ciò che contraddice questo è che anche i pesisti olimpici sono esposti a questa posizione estrema dell’articolazione della spalla durante l’esecuzione dello snatch. Tuttavia, i pesi utilizzati nella panca sono spesso molto più alti dei pesi usati nello snatch, ad esempio, il record mondiale nella panca è di 275 kg[21] ed il record mondiale di snatch è di 216 kg[22] nelle rispettive divisioni dei pesi massimi (105 kg). Tuttavia, va anche detto che la rilevanza di queste possibili spiegazioni in relazione al dolore alla spalla nel pl e nel wl non è stata investigata, per quanto a nostra conoscenza.

Inoltre tutti questi dati sono simili (addirittura con frequenze d’infortuni leggermente inferiori) ai risultati di uno studio[30] che proponeva dei questionari con lo scopo di identificare degli esercizi con una correlazione causa-effetto. Le uniche informazioni da poter collegare fra loro oltre la bassa frequenza sono state: aumento delle patologie degli arti superiori dopo 40aa d’età, soprattutto se i soggetti sono femmine. Tutti questi problemi non imponevano un arresto degli allenamenti.

Un ulteriore conferma di questi dati[1] proviene da un Cross-sectional study con un Level of evidence 3 del 2018[31]. Ci si sta riferendo ad un altro sistema di attendibilità scientifica denominato EBM[32] rispetto a quello enunciato ad inizio articolo. Ciononostante lo studio in questione ha un’attendibilità media per la diagnosi delle problematiche in oggetto dell’articolo.

Dimostrazione dell’esecuzione corretta dello squat con la nazionale femminile di rugby

 

Conclusione

Secondo gli studi inclusi in questa revisione sistematica, l’incidenza di infortuni nel pl e wl è simile ad altri sport senza contatto e bassa rispetto agli sport di contatto. Le spalle, la zona lombare e le ginocchia erano le localizzazioni più comuni delle lesioni; tuttavia, la gravità segnalata delle lesioni differiva tra gli studi.

Seppur questi infortuni siano una realtà, nessuno studio ha identificato i possibili fattori di rischio, la maggior parte degli studi erano di progettazione retrospettiva e generalmente di qualità “povera”; le informazioni ricevute da questa revisione sistematica sono insufficienti per affrontare il potenziale di prevenzione. Sono necessari studi futuri per descrivere i tipi specifici di lesioni e i fattori di rischio per gli infortuni nel sollevamento pesi.

Per suggerire misure preventive, sono necessari studi di alta qualità che valutino anche possibili fattori di rischio.

 

Bibliografia:

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    Siewe J1, Rudat J, Röllinghoff M, Schlegel UJ, Eysel P, Michael JW.
  31. Prevalence and Consequences of Injuries in Powerlifting: A Cross-sectional Study
    Edit Strömbäck, MSc,
    * Ulrika Aasa, PhD, RPT, Kajsa Gilenstam, PhD, RPT,* and Lars Berglund, PhD, RPT†‡
  32. https://www.ciap.health.nsw.gov.au
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