Terapia a contrasto per il recupero

Un pratica antica utilizzata ancora adesso, scoprine il razionale. 

Per “terapia a contrasto” (TC) o “contrast water therapy” (WCT) o “hot/cold immersion therapy” si intende l’alternanza di caldo e freddo al fine di favorire il recupero o l’eliminazione del dolore muscolo scheletrico.

Cosa è la TC?
Essa consiste nell’applicazione di una fonte di calore seguita immediatamente da una forma di freddo. Le modalità ed i tempi sono relativi. Già l’applicazione del solo caldo/freddo è una forma semplice di TC , perché rimuovendo l’applicazione, il tessuto si raffredderà/riscalderà spontaneamente. La TC massimizza questo fenomeno alternando volontariamente le fonti termiche. Questo processo si realizza in vari modi : immersioni od applicazioni di fonti esterne di diverso tipo.

Come funziona la TC?
La teoria2,4 spiegherebbe che l’acqua calda provoca la vasodilatazione del flusso sanguigno nell’arto o nel corpo, a seguito di ciò, l’acqua fredda ne provoca la vasocostrizione, aumentando la circolazione sanguigna locale. Inoltre, i vasi linfatici si contraggono quando esposti al freddo e si rilassano in risposta al calore. Il sistema linfatico, a differenza del sistema circolatorio, manca di una pompa centrale. Alternando caldo e freddo, si ritiene che i vasi linfatici si dilatino e si contraggano essenzialmente per “pompare” e spostare il liquido stagnante (che ha causato il linfarto) dalla zona infortunata, e che ciò influisca positivamente sul processo di infiammazione, che è il principale meccanismo del corpo per la guarigione dei tessuti danneggiati. 

Cosa dice la scienza a riguardo?
Una revisione4 del 2004 ed una del 20081 concludevano che mancavano ancora i dati per poter esprimere un parere scientifico. Nell’ambito della pesistica: questi studi5,7,9 non hanno evidenziato miglioramenti nel recupero della forza; altri8,10-14 invece ne provano gli effetti. Due revisioni2,6 del 2013 affermano invece che: “L’attuale evidenza di base mostra che la TC è superiore all’utilizzo del recupero passivo o del riposo dopo l’esercizio; le grandezze di questi effetti possono essere più rilevanti per una popolazione sportiva d’élite. Sembra esserci poca differenza nel risultato del recupero tra TC e altri interventi di recupero popolari”. Anche un’altra revisione del 201715,16 supporta (con cautela) tale pratica per il recupero. È corretto ricordare che un piccolo studio3 sostiene che la temperatura profonda non cambia. Ciononostante possono comunque avvenire dei cambiamenti positivi. Tale studio suggerisce che la TC è più probabile che dia dei risultati migliori quando si prendono di mira i tessuti meno profondi. E molti infortuni sportivi colpiscono i tessuti superficiali.

A cosa serve la TC?
Come scritto nella sezione precedente, essa può essere una strategia valida per il recupero passivo, anche perché (secondo la teoria prima descritta) produce una stimolazione del tessuto senza stressarlo. Il suo ruolo sembra essere limitato alla sostituzione o integrazione del recupero attivo (come fare jogging o camminare) dopo un duro allenamento o una gara. La TC è anche molto più facile, pratica ed efficace da applicare agli arti. Avere gli effetti desiderati al tronco è per ora molto difficile da credere.

Questa è un esempio di come realizzare la CT in maniera casalinga per una distorsione alla caviglia

Come applicare la TC?
Poiché vi sono relativamente poche ricerche in merito, non esistono linee guida chiare sulle modalità applicative. Ecco cosa sappiamo dalla ricerca:

La maggior parte degli studi si alterna tra le temperature dell’acqua di 7-20° C (o 45-68 ° F) per l’acqua fredda e 34-41° C (o 93-106 ° F) per l’acqua calda. 

Ogni immersione dura tra i 3-5 minuti e il tempo di immersione totale è tra 20 ed i 30 minuti con 3-6 alternanze. Su quante volte al giorno, non c’è nessuna indicazione. Come tutte le pratiche è necessario che il corpo si adatti, per tanto è logico prendersi il tempo necessario fino ad arrivare al massimo di una sessione dopo ogni allenamento. 

Durante la pratica è ragionevole aumentare (in maniera confortevole) i picchi di temperatura e modificare il tempo di ogni immersione in base alla sensazione (ricordarsi il principio d’adattamento prima riportato).

Alcuni studi si concludono con il calore e altri si concludono con il freddo. L’opinione prevalente ora sembra essere che è meglio finire col bagno freddo, dal momento che dovrebbe ritardare l’infiammazione.

E’ una pratica sicura?
Lo è finché non ti ustioni! Il caldo ed il freddo possono lesionare i tessuti. 

Classica ustione da borsa dell’acqua calda/freddo

Inoltre è corretto evitare tale terapia su lesioni più “fresche” che sono ancora in una fase di stato infiammatorio acuto, e si presentano con pelle: calda, gonfia, rossa, perché il calore può aggravare tale stato. Pertanto, il solo ghiaccio è da preferire. Per fare un esempio, in caso di una distorsione alla caviglia, sarebbe opportuno attendere qualche giorno prima di iniziare la TC.

Con rapidi cambiamenti della circolazione sanguigna, c’è un piccolo rischio di vertigini o svenimento. È improbabile che si verifichi quando l’applicazione è localizzata agli arti, ma è una possibilità.

Discorso diverso vale per l’immersione di tutto il corpo.

Conclusione

La scienza non ha abbastanza dati per definirne l’efficacia. C’è comunque una certa tendenza positiva verso tale pratica. Inoltre il non aver riscontrato finora effetti collaterali ne sostiene l’uso poiché risulta una terapia sicura. Pertanto se hai possibilità di praticarla, è logicamente consigliata.

 

 

Bibliografia:

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