Cosa significa essere Atleta?

Nell’epoca moderna ha senso parlare di valori classici, in un’ottica salutistica.

Chi mi conosce ed è stato al mio studio sa bene come sia forte il mio legame con la Terapia Manuale e l’Esercizio Terapeutico Avanzato. Questo perché esse sono le forme di terapie più antiche e sulle quali l’uomo ha più esperienza. In tutte le culture popolari del pianeta si trovano reperti di terapie manuali e di esercizi terapeutici (con una valenza anche energetica) che hanno lo scopo di curare gli altri esseri umani con il movimento e il tocco.

La scienza ha dimostrato come (in parte) la Terapia Manuale e soprattutto l’Esercizio Terapeutico siano le pratiche più efficaci nel trattamento dei dolori e disturbi del sistema di locomozione.

Riprendere la tradizione terapeutica con le moderne conoscenze scientifiche è una pratica che trovo esattamente conforme al postulato di

“In scienza e in coscienza” di Ippocrate, medico greco antico.

Da questa cultura greca, prima ancora che da quella romana, dobbiamo partire per comprendere il perché ho deciso di chiamare i miei pazienti Atleti.

L’etimologia della parola “atleta” viene dal greco l’αθλητής che identificava una figura più complessa del semplice sportivo, dal momento che incarnava tutte le più grandi virtù dell’essere umano ed un esempio positivo della cultura greca del καλός καί αγαθός. (In alcune fonti, infatti, è tradotto come “campione”).

Essere un Atleta era la maggiore espressione delle virtù e dei valori della civiltà greca. La prima testimonianza si trova nell’Odissea, quando Ulisse viene deriso da alcuni giovani Feaci per non voler partecipare alle gare sportive, essi lo accusano di essere una persona avida e priva di virtù e di conseguenza di non essere un’atleta! Anche nei successivi poemi epici tutti gli eroi oltre ad essere sovrani e guerrieri erano atleti e più volte sono rappresentati come personificazioni di uomini perfetti dai capelli lunghi e biondi e fisici perfetti. Coloro che partecipavano alle gare sacre in onore degli dei, oltre alla gloria personale, vedevano il proprio nome inciso su pietra a dimostrazione della sacralità della competizione. Inoltre il culto del fisico aveva un’estrema importanza per tutti i cittadini.

Ovviamente i più ricchi erano favoriti nella cura del proprio corpo ma anche chi possedeva di meno non perdeva occasione per esercitarsi e il miglioramento dello status fisico andava di pari passo con quello della psiche, infatti tutti i ragazzi, ma anche gli uomini, si esercitavano negli studi e nello sforzo fisico.

A questo si lega un altro concetto antico di “mens sana in corpore sano” di Giovenale, per il quale non c’era benessere che non contemplasse un equilibro fra mente e corpo.

Il mio desiderio è che le persone che entrano nello studio Fisio Vita raggiungano la libertà del dolore attraverso la conoscenza (del movimento) e la pratica dello stesso. Da questo connubio nasce la definizione di Atleta.

Pertanto la definizione di Atleta non riguarda soltanto gli agonisti, come la cultura classica ci insegna, poiché è una qualità slegata da un concetto agonistico che può essere assente nella pratica sportiva.

Nei tempi moderni l’Atleta è colui che attraverso il movimento cerca la felicità e la libertà dal dolore. Una forma di scienziato della Vita che si dedica ad un aspetto di essa.

Tutti noi desideriamo essere dei campioni come nei miti classici. Ossia delle persone vigorose, non prive di difetti certo, per le quali la differenza tra bene e male è ben definita e che si impegnano in un’impresa. Quello che possiamo fare noi in questa ottica è allontanarci dal dolore. Ossia praticare tutte quelle abitudini che ci allontanano da essa. In ottica di movimento questo significa praticare una disciplina sportiva che ci rigeneri e che non ci usuri ed esponga a continui infortuni. Non tutti devono necessariamente praticare una disciplina sportiva per essere considerati atleti. Può capitare che non tutti trovino la passione sportiva che li entusiasmi al punto tale da volersi cimentare con costanza. Alle volte i traumi riportati in tenera età non solo fisici ma anche emotivi (bullismo oppure mancanza di stimolazione da parte della famiglia) possono generare una forma di allontanamento dallo sport. Questo di per sé non è un problema a meno che non ci sia il rifiuto del movimento in toto, perché lo sarebbe della Vita. Mia madre non pratica una disciplina sportiva ma svolge una vita attiva. Si muove con i mezzi pubblici (non ha la macchina), coltiva un orto urbano, porta fuori il cane almeno tre volte al giorno e non prende l’ascensore pur abitando al sesto piano, conduce sicuramente una vita attiva! Anche persone di questo tipo sono considerate Atleti in quanto accolgono in maniera diversa il movimento con tutto quello che ne comporta.
Complice dell’attivismo di mia madre è anche averle regalato un conta passi che ogni giorno mi faccio leggere per sapere quanto movimento ha svolto durante la giornata. L’amore per il tuo lavoro e per la tua famiglia può farti diventare estremamente protettivo (o rompi scatole come dice scientificamente lei). E’ questa l’essenza della Vita stessa: proteggere le persone della tua comunità offrendo loro e augurandogli il meglio.

Come amo ripetere ai miei pazienti: <<entri come paziente ed esci come Atleta>>.

Questo è il mio impegno professionale ed umano.

 

Dott. Michele Castellano Vitaterna

Ringrazio per la consulenza storica il Dott. Luca Zaccarica – Dottore in Lettere

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